Differenze tra le versioni di "Controversie sui Pokémon"

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Nel 2001, il {{wp|Gran Mufti}} dell'{{wp|Arabia Saudita}}, ovvero la carica religiosa più alta del regno, ha emesso un {{wp|fatwa}} che vieta il franchise Pokémon nel paese, ritenendolo una promozione al gioco d’azzardo e una promozione al {{wp|Sionismo}}. Successivamente, le alte autorità {{wp|Qatar|qatariote}} ed {{wp|Egitto|egiziane}} hanno aderito al divieto. Siccome questo è successo durante la {{wp|seconda intifada}}, un giornale della {{wp|Giordania}} ha stampato un caricatura del Primo Ministro israeliano {{wp|Ariel Sharon}} in un carro armato dove deride un uomo arabo che insegue un Pokémon. Questo aveva lo scopo di comunicare che gli arabi erano distratti dai loro conflitti con gli israeliani da dei franchise popolari, come appunto i Pokémon.
 
Nonostante il divieto iniziale, che ha rapidamente spazzato via il [[merchandise Pokémon]], soprattutto il gioco di carte, dai mercati in Arabia Saudita, i videogiochi Pokémon sono tornati subito a essere venduti normalmente, ma con molte meno richieste da parte dei clienti locali. Alcuni tipi di merchandise, come il [[Expedition (GCC)|Set Expedition]], sono ricomparsi nei negozi qualche anno dopo, ma i nuovi set non sono mai stati messi in vendita. I giochi dalla [[terza generazione]] in poi sembrano avere ignorato completamente il divieto.
 
===Razzismo===