Differenze tra le versioni di "Pokémon Rosso e Verde"

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Lo sviluppo di Pokémon Rosso e Verde ebbe inizio nel 1990, un anno dopo la fondazione della software house [[Game Freak]] da parte di [[Satoshi Tajiri]] e [[Ken Sugimori]]. Durante le prime fasi di progettazione, il gioco venne provvisoriamente intitolato ''Capsule Monsters'' e il suo gameplay mutò drasticamente più e più volte, passando da un sistema che prevedeva l'acquisto delle creature presso rivenditori specializzati a uno che prevedeva l'appoggio degli stessi in base all'affinità e al carisma del giocatore, sino a quello che conosciamo oggi. A causa di alcuni problemi legali legati al marchio, il nome venne cambiato in ''CapuMon'' o ''KapuMon'', sino a quando non si affermò ''Pocket Monsters''. Il gioco venne quindi proposto ai vertici [[Nintendo]], sebbene Tajiri nutrisse dei dubbi in merito al fatto che la compagnia avrebbe apprezzato e capito fino in fondo il concept del gioco. Ma Nintendo accettò la proposta, decidendo di scommettere su quella creazione. L'idea di distribuire il gioco in differenti versioni contenente ognuna differenti Pokémon, fu di [[Shigeru Miyamoto]], il leggendario game designer di Nintendo e grande amico di Tajiri, in modo da incentivare l'uso del Cavo Game Link del [[Game Boy]] e favorendo gli scambi fra giocatori.
 
Lo sviluppo dei giochi richiese a Game Freak sei anni di lavoro e vide la partecipazione di appena nove dipendenti. Ken Sugimori diresse il team creativo preposto all'ideazione del design dei Pokémon. In questo periodo la società affrontò gravi difficoltà finanziarie che la portarono sull'orlo della bancarotta; cinque impiegati diedero le dimissioni e lo stesso Taijiri rinunciò temporaneamente al suo stipendio. Inizialmente erano stati previsti 190 Pokémon, numero che venne poi ridotto a 151 e che lasciò nei codici di gioco i 39 [[MissingnoMissingNo.]] rilevati dalla console come "Pokémon formattati". Ultimata la programmazione vennero rimossi dai supporti gli strumenti di debugging ma, a causa delle limitate risorse della società, rimasero comunque numerosi glitch e bug.
 
A conclusione dei sei anni di sviluppo, però, la tecnologia era evoluta e ben pochi puntavano ancora sul Game Boy quando i CD-ROM per computer garantivano grafiche e prestazioni migliori, proprio a causa del suo hardware molto arretrato. Tajiri si aspettava quindi un rifiuto da parte di Nintendo a commercializzare il prodotto, ma ancora una volta le sue paure si rivelarono infondate e la compagnia produsse il gioco, sebbene non riponesse troppa fiducia nel suo successo.
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